STEFANIA SAPORA COGITO ergo SUM.....ergo DIGITO |
Appunti
per una storia della critica[1] La
complessità del pensiero di
Pantaleo Carabellese, che nella sua fase matura si poneva ormai come punto di
confluenza e di superamento della scissione tra filosofia del conoscere
e filosofia dell'essere, e, avendo una solida base critica e
nella volontà di superare la frattura tra l'idealismo soggettivo
e l'idealismo oggettivo, si proponeva come una nuova metafisica concreta
nella direzione dell'idealismo assoluto, suscitava già dagli anni Venti
e Trenta un interesse crescente che dagli anni Quaranta si fece ormai
tangibile anche con prese di posizione critiche, soprattutto da parte
neoscolastica. Ma prima
di soffermarci su quegli
anni, è necessario ricordare che la prima attestazione di stima verso
l'allievo la diede nel 1907[2]
e poi nel 1909[3]
Bernardino Varisco, e che nello stesso anno Giovanni Gentile recensiva
la pubblicazione della tesi di Laurea in Filosofia di Carabellese[4],
inserendolo in seguito anche sia nelle sue storie della filosofia, sia
nel suo quadro della filosofia italiana contemporanea[5]. [1]
Il presente articolo, qui aggiornato e completato, si trova
depositato in originale dal 28 febbraio 1996 nelle Biblioteche
Nazionali di Roma e di Firenze nella mia Dissertazione di Dottorato Tra
gnoseologia e ontologia: il problema di Dio in Pantaleo Carabellese.
Tale articolo è stato successivamente pubblicato senza mia
autorizzazione né supervisione, risultando a cura di Giuseppe
Brescia, in <<Storicismo non è relativismo>> Una
propedeutica filosofica ai <<nuclei fondanti>> del
contributo storiografico di Carlo Antoni e del concretismo di
Pantaleo Carabellese, Libera Università degli Studi <<G.
B. Vico>>, Sezione di Filosofia, G. Laterza, 1999, pp. 28-38
dell’estratto. Ciò insieme alle lettere, e cartoline, inedite di
Pantaleo Carabellese a Benedetto Croce riferite agli anni 1908-31,
da me ritrovate il 25 novembre 1996 con l’aiuto del Direttore
della Biblioteca dell’Istituto di Studi Storici dottor Maurizio
Tarantino, e con la benevolente illuminata gentilezza della Signora
Alda Croce, Presidente della Fondazione “Biblioteca Benedetto
Croce” di Napoli, presso [2]
Bernardino Varisco, Prefazione a P. Carabellese, La
teoria della percezione intellettiva in A. Rosmini, Laterza,
Bari, 1907, dalla Tesi di Laurea in Filosofia del [3]
B. Varisco, Tra Kant e Rosmini. A proposito del libro
di P. Carabellese: La teoria della percezione intellettiva in
Antonio Rosmini, in "Rivista di Filosofia", n. 1,
1909. [4]
G. Gentile, Recensione a P. Carabellese, La
teoria della percezione intellettiva in A. Rosmini cit., in
"La critica", fasc. IV, luglio 1909, e Risposta a P.
Carabellese in "La critica", fasc. III, 1911. [5] Cfr. G. Gentile, Frammenti di storia della filosofia, serie I, Carabba, Lanciano, 1926; G. Gentile, La filosofia italiana contemporanea, Sansoni, Firenze, 1941, pp. 29 sgg.; G. Gentile, Storia della filosofia italiana, Firenze, 1969, vol. I, pp. 883-87 e pp. 891-98. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- [1]
Carlini si occupò del pensiero di Carabellese, oltre che
nella polemica del '36 e in altri scritti, in L'ontologismo
critico di Pantaleo Carabellese, voce Ontologia, IX, in Enciclopedia
filosofica, Istituto per la collaborazione culturale,
Venezia-Roma, 1957, pp. 1036-38. [2]
Un primo approccio al problema del rapporto tra
Carabellese e Croce si
può ritrovare in M. F. Sciacca, P. Carabellese cit., in Id.,
Il secolo XX, in partc. pp. 305-10, dove Sciacca se ne occupa a
proposito della concretezza morale e del rapporto teoria-pratica.
Ma nello stesso saggio si ritrova, al di là della critica
sull'ateismo, anche un'analisi lucida non solo della metafisica di
Carabellese, ma anche dei suoi rapporti teoretici con Varisco,
Rosmini e Kant. [3]
I saggi crociani a cui si fa riferimento sono: B. Croce, Che
cos'è la filosofia, in " [4] Giuseppe Brescia, che si riconnette al lavoro di Rosario Assunto e si ispira al quadro interpretativo dato da Eugenio Garin tra l'altro in Intellettuali del XX secolo, a partire dagli anni Settanta sta conducendo un'analisi del rapporto solo apparentemente polemico tra Carabellese e Croce, mettendo in rilievo come tale rapporto mostri, proprio nella concezione dei Distinti, più di un punto di convergenza. Cfr. G. Brescia, Il tempo e le forme. Carabellese e Croce, in "Nord e Sud", XXVI/4, ott.-dic. 1979, pp. 79-122, anche in AA.VV., Pantaleo Carabellese, il <<tarlo del filosofare>> cit., poi rist. riv. e ampl. in Id., Questioni dello storicismo, Editrice Salentina, Galatina, 1980-81, 2 voll., vol. I: Dalle origini della dialettica alla ricerca dei modi categoriali, vol. II: Il tempo e le forme. Carabellese e Croce. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- carabellesiana
dello storicismo, sintetizzabile nello sbrigativo e errato giudizio
dello storicismo come filosofia che risolve la spiritualità nella
cultura e perciò è asservita agli scopi del vivere umano, potrebbe
essere vista sotto una nuova luce. Sempre
tra i contemporanei di Carabellese, per la puntualità delle sue
analisi critiche, anche quando negative, e per la lucidità delle sue
esposizioni del pensiero di Carabellese, condotte a partire dagli anni
Trenta in numerosi volumi[1]
tra cui riciteremo solo Il secolo XX e La filosofia oggi,
è da ricordare Michele Federico Sciacca. E ancora, Nicola Abbagnano,
che prima partecipò a una
discussione sul problema di Dio e poi, nella discussione
sull'esistenzialismo in Italia, replicò a Carabellese[2].
O anche, Carabellese suscitò l'interesse di Antonio Banfi, che recensì
un suo volume fondamentale[3].
Nel
contempo sul fronte neoscolastico, sempre a partire dagli anni Trenta,
Carlo Mazzantini[4]
meditò sul pensiero di Carabellese, mentre un'interpretazione teologica
è venuta da Giuseppe Mattai[5],
anche lui contemporaneo di Carabellese, e poi, negli anni Cinquanta, da
Ornella M. Nobile Ventura[6],
sua allieva. Proseguendo
questi brevi cenni per impostare una storia della critica, troviamo che
l'interesse che ormai intorno agli anni Quaranta il
pensiero carabellesiano suscitava si concretò sia in senso
positivo, anche con attestazioni e riconoscimenti di carattere
istituzionale come quello dell'Accademia Nazionale dei Lincei, di cui
Carabellese era Socio, sia in senso negativo, cosicché il suo pensiero
fu oggetto di critica, e non solo da parte neoscolastica. [1]
Ricorderemo qui solo i saggi specificatamente dedicati a
Carabellese: M. F. Sciacca, La filosofia di P. Carabellese,
in "Logos", fasc. IV, 1937, pp. 580-608; M. F. Sciacca, Conclusione
dell'idealismo critico e valutazione critica dell'ontologismo di P.
Carabellese, in "Logos", fasc. IV, 1938; M. F.
Sciacca, Pantaleo Carabellese: la religione dell'oggetto
immanente, in Id., Il problema di Dio e della religione nella
filosofia contemporanea, Morcelliana, Brescia, 1944, II ed.
1946, III ed. Marzorati, Milano, 1950, Milano 1968, pp. 105-10 e
anche in Id., a cura di, Con Dio e contro di Dio (raccolta
sistematica degli argomenti pro o contro l'esistenza di Dio),
Milano, 1973, 2 voll., vol. II, cap. VI, par. 2b, pp. 32-41. [2]
N. Abbagnano, Il problema di Dio in alcune recenti
discussioni, in "Logos", fasc. III, 1931, pp.
327-37; N. Abbagnano, L'esistenzialismo in Italia, Repliche ai
contraddittori: a A. Banfi, P. Carabellese, U. Spirito, A.
Carlini, A. Guzzo, ecc., in "Primato", fasc. VI, 1943.
Ricordiamo che Carabellese aveva partecipato alla discussione
sull'esistenzialismo in Italia con l'intervento Esistenzialismo o
ontologismo critico? nel fasc. IV della stessa rivista,
del 15 febbr. 1943. [3]
A. Banfi, Recensione a P. Carabellese, Il problema
teologico come filosofia cit., [4]
Tra gli altri scritti citiamo di C. Mazzantini, Il
problema teologico in un recente volume di P. Carabellese, in
"Rivista di filosofia neoscolastica", fasc. VI, Milano,
1931, pp. 562-67; Id., Assenza ed esigenza dell''esistere umano',
tra il 'vivere' e il 'pensare' carabellesiani, in AA.VV., Giornate
di studi carabellesiani cit., pp. 233-46. [5]
G. Mattai, Il pensiero filosofico di P. Carabellese
con particolare riguardo al problema di Dio, Tip. G. Martano,
Chieri, Torino, 1944.
[6] O. Nobile Ventura, Filosofia e religione in un metafisico laico: P. Carabellese, ma vi sono anche altri saggi. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- [1]
P. Carabellese, Dalla critica all'ontologismo critico cit.,
in AA.VV., Atti del XIV Congresso nazionale di filosofia, pp.
309-18. [2] G. Bontadini, Osservazioni sull'ontologismo critico di Pantaleo Carabellese, in "Rivista di filosofia neoscolastica", n. 5, 1940, poi rist. in AA.VV., Atti del XIV Congresso Nazionale di Filosofia cit., pp. 283-303. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- incongruenze
dell'ontologismo critico consistono per un verso nel dare come
presupposta, e dunque senza dimostrazione, la trascendenza, per l'altro
nel riaffermare implicitamente sia il dualismo realistico in cui
ricompare il soggetto, sia l'essere, seppur puro, come presupposto del
conoscere. Bontadini riconosce che "è ovvio che all'Assoluto non
compete l'esistenza, essa gli compete come positività", dal
momento che "si sa che [1] S. Vanni Rovighi, Critica, ontologia, metafisica. In margine alla 'Nuova Critica' di Pantaleo Carabellese, in "Rivista di filosofia neoscolastica", n. 5, 1940, poi rist. in AA.VV., Atti del XIV Congresso Nazionale di Filosofia cit., pp. 421-28. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- l'ontologia,
all'essere dell'esperienza, all'essere reale), che non consentono di
identificare "la critica come logica e l'ontologia critica".
Ancora, sebbene anche Carabellese distingua l'ontologia come scienza
dell'essere dalla metafisica come "dottrina" dell'Assoluto e
veda la necessaria prosecuzione dell'una nell'altra oltre che
l'identificazione di matrice aristotelica tra metafisica e teologia, la
sua interpretazione delle prove dell'esistenza di Dio è errata, la sua
posizione del problema di Dio tradizionale nell'induzione dal concreto
a Dio, ma soprattutto "Dio, Oggetto assoluto, non
<<costituisce>> me (e poi come?), ma piuttosto io sono uno
dei molti pensieri di Dio", e inoltre Egli deve essere visto come
un Essere distinto da me, che sono limitato e partecipato, e con una sua
esistenza, dal momento che "essere vuol dire fondamentalmente e
originariamente esistere (actus essendi)", e gli altri modi
dell'essere, possibile,
ideale, anche dei valori, sono da
quello derivati e non indipendenti dall'esistere di una coscienza, per
cui, poiché "l'essere dell'Oggetto puro non può essere fondato
sull'esistere delle molteplici coscienze, Dio deve essere la sua propria
esistenza." Ancora
nel medesimo Congresso, Arturo Beccari mette invece in luce della
metafisica critica di Carabellese gli aspetti positivi[1]
e Stefano Mazzilli, nel rivolgere alcune critiche molto analitiche
all'attualismo gentiliano, mette in risalto come l'Io dell'atto puro
non possa che incontrare Dio[2],
ponendosi così Mazzilli
sulla linea dell'ultimo Carabellese[3]. [1]
A. Beccari,
Tentativi di metafisica critica: l'ontologismo del Carabellese, in
"Convivium", n. 6, 1940, pp. 619-24, poi rist. in AA.VV.,
Atti del XIV Congresso Nazionale di Filosofia cit., pp. 263-70. [2]
S. Mazzilli, Osservazioni critiche in tema di
ontologismo e criticismo, in AA.VV., Atti del XIV Congresso
di Filosofia cit., pp. 361-69. [3]
Ci riferiamo a P. Carabellese, L'Essere Parte II: Io,
1947, che risulta mancante della prima parte, presumibilmente su
Dio.
[4] A. Guzzo, Molti significati del concetto di essere, in AA.VV., Atti del XIV Congresso Nazionale di filosofia cit., pp. 483-93, poi rist. in La filosofia e l'esperienza e altri saggi, Perrella, Roma, 1942. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- alle
mancate risposte di Carabellese ai problemi che la sua stessa concezione
dell'essere apre. Nel
1948, anno della morte di Carabellese,
Guido Calogero, che negli anni Trenta aveva molto scritto sulla
conclusione della filosofia del conoscere, commemorò Carabellese al XV
Congresso Nazionale di Filosofia[1],
mentre, passando agli anni Cinquanta, un'altra commemorazione degna di
essere ricordata è quella di Antonio Aliotta[2]
all'Accademia Nazionale dei Lincei per il Socio Carabellese. Sempre
negli anni Cinquanta, Raniero Sabarini, allievo prima di Carabellese e
poi di Teodorico Moretti-Costanzi, analizza con molta profondità,
richiamandosi anche ad Hegel, il tentativo metafisico carabellesiano
di coniugare l'essere con il divenire, con il processo, comprendendo con
puntualità l'itinerario carabellesiano dalla critica alla metafisica[3],
mentre il Padre Ambrogio Manno si interessò all'Assoluto nel pensiero
di Carabellese, scrivendo tra l'altro la voce a lui dedicata sull'Enciclopedia
filosofica[4]. [1]
G. Calogero, L'esperienza speculativa di Pantaleo
Carabellese, Commemorazione in AA.VV., Atti del XV Congresso
Nazionale di Filosofia tenutosi a Messina dal 24 al 29 settembre
1948, D'Anna, Messina, 1949, anche in "L'Italia
socialista", 7 ottobre 1948, p. 3. [2]
A. Aliotta, Commemorazione del socio Pantaleo
Carabellese, in Rendiconti dell'Accademia Nazionale dei
Lincei. Classe di Scienze morali, Roma, 1950.
[3]
R. Sabarini, Dalla critica alla metafisica: P.
Carabellese, in Id., Criticismo e metafisica [4]
Tra gli altri, vedi P. A. Manno, P. Carabellese,
voce in Enciclopedia filosofica, Istituto per la
collaborazione culturale, Venezia-Roma, 1957, pp. 890-94, II ed.
Firenze, 1967, Vol. I, pp. 1204-07; P. A. Manno, L'Assoluto
nell'ultimo pensiero del Carabellese, estratto da "Studi
francescani", a. 58, genn.-giu. 1961, nn. 1-2, poi rist. in
AA.VV., Giornate di studi carabellesiani cit., pp. 367-445.
Al P. A. Manno rispose Armando Cicchetti, L'ontologismo critico
di Pantaleo Carabellese. Risposta al P. Ambrogio Manno,
Editoriale Arte e Storia, Roma, 1951. [5]
Oltre a recensioni e saggi sul pensiero di Carabellese,
Spirito scrisse Le interpretazioni idealistiche di Rosmini,
in AA.VV., Atti del Congresso internazionale di filosofia A.
Rosmini, tenutosi a Stresa-Rovereto dal 20 al 26 luglio 1955,
Sansoni, Firenze, 1957.
[6]
L. Bagolini, Dal principio rosminiano di Pantaleo
Carabellese ad uno storicismo critico, in AA.VV., Atti del
Congresso Internazionale di filosofia A. Rosmini cit., pp.
381-86. [7]
Bagolini scrisse pure Carabellese, Cedam, Padova,
1943. Per quanto riguarda la filosofia del diritto di Carabellese,
ricorderemo tra gli altri scritti solo L. Bagolini, Alterità e
dignità della persona nella concezione di Pantaleo Carabellese,
in AA.VV., Scritti vari di filosofia del diritto, Giuffré,
Milano, 1961, poi rist. in AA.VV., Giornate di studi
carabellesiani cit, pp. 31-42. [8] I. Tebaldeschi si occupò del problema della società e della persona soltanto in Id., Società e persona nell'esperienza giuridica, Editoriale Arte e storia, Roma, 1956, mentre invece affrontò anche Il problema della natura nel pensiero di P. Carabellese, Arte e Storia, Roma, 1955, e l'aspetto metafisico del pensiero carabellesiano in Id., Tempo e coscienza, Arte e Storia, Roma, 1956, e in L'essere e l'implicazione di coscienza nel pensiero di Pantaleo Carabellese, in AA.VV., Giornate di studi carabellesiani cit., pp. 149-68. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ da Dario
Galli[1]
negli anni Cinquanta e da Rocco Donnici negli anni Settanta[2]. [1]
D.
Galli, Il problema della persona, 1951. Vedi anche D. Galli, Il
valore teoretico e storico dell'ontologismo critico, in AA.VV., Giornate
di studi carabellesiani cit., pp. 355-66, dove Galli afferma che per la
"[...] sua decisa e vigorosa rivendicazione del valore della
persona, intesa come soggettività singolare e individuazione
dell'assoluto, nella sua realizzazione dei valori, il Carabellese si
inserisce in quella corrente di pensiero che dai primi decenni del
secolo è venuta promuovendo un profondo risveglio culturale e ha
riscattato dalle negazioni materialistiche
le supreme idealità dello spirito. Ma, a differenza di
taluni suoi contemporanei che, nel fervore della polemica
antiintellettualistica si sono portati su posizioni irrazionalistiche,
per contrapporre a paradossi altri paradossi, il Carabellese non
ha negato mai il valore della ragione e la sua insostituibile
funzione.", p. 358. [2]
R. Donnici, Metafisica della coscienza in Pantaleo
Carabellese, in AA.VV., Pantaleo Carabellese. Il
<<tarlo del filosofare>>; R. Donnici, Comunità e
valori in Pantaleo Carabellese.
[3]
Oltre al suo Pantaleo Carabellese storico della
filosofia e ad altri, vedi M. A. Rocchi, Istanze attuali del
pensiero di Carabellese, in AA.VV., Giornate di studi
carabellesiani cit, pp. 553-62; M. A. Rocchi, L'evoluzione
dell'ontologismo nella lezione siciliana di Pantaleo Carabellese,
in AA.VV., Atti del Congresso storico internazionale su 'La
presenza della Sicilia nella cultura degli ultimi cento anni',
tenutosi a Palermo nel [4]
C. Dollo, Momenti e problemi dello spiritualismo
(Varisco, Carabellese, Carlini, Le Senne), Parte II: L'Assoluto
come oggetto in Pantaleo Carabellese, Pubblicazioni
dell'Università di Magistero di Catania, Cedam, Padova, 1967, pp.
87-154. [5]
L. Lugarini, Die kantische traszendentale Idee in der
Philosophie von P. Carabellese, in "Kant Studien",
Band 53, I Heft, 1961-62, pp. 225-34, poi rist. col titolo L'idea
trascendentale kantiana nel pensiero di P. Carabellese, in
AA.VV., Giornate di studi carabellesiani cit., pp. 279-92.
[6]
E. M. Forni, Il problema dell'esistenza in Kant,
nell'interpretazione di Pantaleo Carabellese, poi in AA.VV., Giornate
di studi carabellesiani cit., pp. 305-28, e E. M. Forni, Fundamentalontologie
e ontologismo critico. Cronaca e analisi di un rapporto, in
"Giornale di metafisica", nn. III e IV, 1962. [7]
G. F. Morra, Carabellese e Heidegger interpreti di
Parmenide, in AA.VV., Giornate di studi carabellesiani cit.,
pp. 499-510. Ma vedi anche G. F. Morra, L'anticrocianesimo come
riproposizione della metafisica, in "Cultura e società",
1960, pp. 484-528 e G. F. Morra, Assoluto e relazione, in
"Giornale critico della filosofia italiana", 1961.
[8]
G.
Alliney, L. Anceschi, R. Assunto, A. Babolin, L. Bagolini, B.
Brunello, S. Caramella, G. Chiavacci, F. Fanizza, G. Fano, P.
Filiasi Carcano, E. M. Forni, D. Galli, c. Giacon, L. Lugarini, T. Manferdini, A. Manno, S.
Martignoni, M. T. Mastropasqua, C. Mazzantini, B. Minozzi, E. Mirri,
T. Moretti-Costanzi, G. Morra, R. Pagliarani, A. Pastore, E.
Pomilio, A. Rigobello, A. M. Rocchi, G. Santinello, G. Semerari,
I. Tebaldeschi, Giornate di studi carabellesiani, Atti del
convegno tenutosi presso l'Istituto di Filosofia dell'Università
di Bologna, 7-9 ottobre 1960, Silva, Milano-Genova, 1964. [9] F. Fanizza, Il problema della filosofia nel pensiero contemporaneo e nell'ontologismo di P. Carabellese cit., in AA. VV., Giornate di studi carabellesiani cit., pp. 178-98, e F. Fanizza, Conoscere ed essere: Carabellese e l'esigenza dell'ontologismo integrale cit., in AA. VV., Pantaleo Carabellese, il <<tarlo del filosofare>> cit., pp. 41-88. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Congresso[1]
tenutosi a Molfetta nel 1977, per il centenario della nascita di
Carabellese, e tra questi Giovanni
Cera[2]. Infine
Romeo Pagliarani si è occupato con continuità del pensiero di
Carabellese a partire dal 1958 sino alla fine degli anni Settanta[3]. Riguardo
ora alla fortuna di Carabellese, un primo consistente sviluppo del
nucleo religioso del suo pensiero si ebbe a partire dagli anni
Quaranta con Teodorico Moretti-Costanzi[4],
che, riconoscendo pubblicamente il suo debito verso Carabellese[5],
si incamminò sul sentiero di una filosofia ascetica che rintracciava in
Carabellese l'esempio dell'asceta moderno[6]. Sulla
stessa linea di un ontologismo critico-ascetico si muovono a partire
dagli anni Cinquanta Edoardo Mirri[7],
allievo di Moretti-Costanzi, e, negli anni Settanta, Silvano Buscaroli[8]. Oltre
che a Moretti-Costanzi e poi a Mirri, su cui tra poco torneremo, il
ripensamento della filosofia di Carabellese si deve sostanzialmente a
due dei suoi allievi, Rosario Assunto e Giuseppe Semerari. [1]
R. Assunto, G. Brescia, S. Buscaroli, F. Cafaro, G. Cera,
L. Cimmino, V. Data, G. De Gennaro, D. D'Elia, R. Donnici, F. Fanizza,
E. Mirri, G. Motta, A. M. Rocchi, G. Semerari, Pantaleo
Carabellese, il <<tarlo del filosofare>>, Atti del
Congresso tenutosi per il centenario della nascita di P. Carabellese
1877-1977 tenutosi a Molfetta (Bari) il 5 e 6 dicembre 1977. [2]
G. Cera, Sul rapporto oggetto-soggetto
nell'ontologismo di Carabellese, in AA. VV., Pantaleo
Carabellese, il <<tarlo del filosofare>> cit., pp.
143-72. [3]
Citiamo soltanto R. Pagliarani, Pantaleo Carabellese
filosofo della coscienza concreta, Ediz. del Girasole, Ravenna,
1979, perché riassembla in un unico volume tutti gli studi dedicati
all'ontologismo carabellesiano. [4]
T. Moretti-Costanzi, Ontologismo critico e
cattolicesimo sul problema di Dio, in A. Aliotta, A. Capitini,
P. Carabellese, A. Carlini, L. Fantappié, A. Guzzo, F. Lombardi, T.
Moretti-Costanzi, R. Pettazzoni, G. Reverberi, U. Spirito, F.
Tartaglia, G. Ungaretti, Il problema di Dio, a cura di G.
Savio e T. Gregory, Editrice Universale, Roma, 1949, raccolta di
un ciclo di conferenze, cui partecipò anche Carabellese, promosse
dal Centro Romano Studi presso l'Università degli Studi di Roma
nell'A.A. 1947-48. [5]
T. Moretti Costanzi, Il mio debito verso Pantaleo
Carabellese, in Id., L'asceta moderno, Edizioni Italiane,
Roma, 1945. [6]
T. Moretti Costanzi, L'asceta moderno P. Carabellese,
in "Giornale critico della filosofia italiana", a. XXVIII,
Serie III, vol. III, fasc. I, genn.-mar. 1949, pp. 39-48. [7]
Su questa strada Mirri ha prodotto
E. Mirri, Ontologismo critico e ascesi di coscienza,
in "Giornale critico della filosofia italiana", fasc. I,
1957, e ancora E. Mirri, Il senso cristiano della persona e della
società nel pensiero di P. Carabellese, in AA.VV., Giornate
di studi carabellesiani cit., pp. 199-206.
[8]
Ricorderemo
solo S. Buscaroli, Sul 'cattolicesimo' di Pantaleo carabellese e
di Giovanni Gentile, in Appunti per una storia dell'ascesi,
Bologna, 1979, pp. 109-31; S. Buscaroli, Introduzione
all'ontologismo critico-ascetico, Paideia, Brescia, 1979, pp.
205-07 e pp. 273-80; S. Buscaroli, La rilevanza perenne di Carabellese,
nell'ascesi di coscienza, in rapporto al pensiero europeo, in
AA.VV., Pantaleo Carabellese, il <<tarlo del filosofare>>
cit., pp. 189-222; S. Buscaroli, L'avvento di Heidegger e l'ontologia
italiana: impulso o sviamento?, in AA.VV., Fenomenologia ed
esistenzialismo in Italia, Lecce, 1981, pp. 70-78; S. Buscaroli,
Neo-tomismo e ontologismo critico e Lo sbocco ontologico
dell'idealismo italiano, ambedue in Sull'Essere del
linguaggio e dell'analogia oltre le metafisiche, Bologna, 1984,
rispett. pp. 109-19 e App. pp. 149-53; S. Buscaroli, L'ultramodernità
teologica e laica di P. Carabellese, in "Il Contributo.
Rivista di critica di scienze umane",
a. X, n. 4, ott.-dic. 1986. [9]
Sul suo maestro Carabellese, Assunto ha scritto molto.
Ricorderemo soltanto R. Assunto, Ontologia e fondazione
dell'Uomo nel pensiero di P. Carabellese, estratto dal
"Giornale critico della filosofia italiana", a. XXVIII,
serie III, vol. III, fasc. I, genn.-marzo 1949, pp. 18-38; R.
Assunto, Il paradosso di Carabellese, in "Rassegna di
Filosofia", n. 2, 1953, pp. 63-69; R. Assunto, Tempo e
qualità in Carabellese e in Whitehead, in AA.VV., Giornate
di studi carabellesiani cit., pp. 335-46; R. Assunto, Estetica
e metafisica del tempo nella filosofia di Carabellese, in
AA.VV., Pantaleo Carabellese, il <<tarlo del filosofare>>
cit., pp. 117-42, poi rist. in R. Assunto, Filosofia del giardino
e filosofia nel giardino. Saggi di filosofia e storia dell'estetica,
Collana Biblioteca di Cultura, Bulzoni, 1981, pp. 174- --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Rintracciando
nel suo pensiero un paradosso consistente nell'affermazione
carabellesiana dell'essere come principio del divenire, Assunto
sottolinea come la temporalità sia in Carabellese una categoria
originaria dell'essere che permette di concepirlo come attività in
divenire, e sviluppa una metafisica delle modalità del tempo, passato
presente e futuro, a partire dall'intensionalità qualitativa e
non quantitativa delle forme del tempo del maestro. Di qui la dialettica
delle forme, in cui il passato, in quanto passato, è la necessità o
verità dell'essere, il presente la libertà o realtà, e il futuro la
finalità o valore; ma in cui, poiché forme intensive e qualitative,
passato presente e futuro si implicano a vicenda, cosicché sul piano
dell'attività spirituale umana la qualità come passato-verità si
realizza come conoscenza, la qualità come presente-esteticità si
realizza come arte, e la qualità come futuro-valore si realizza come
morale, anch'esse in necessario rapporto di coimplicazione. In
questo quadro di forme del tempo concepite come durata intensiva,
particolarmente significativa appare
la dimensione del presente inteso sul piano delle cose naturali e
umane come bellezza che si sottrae alla categoria della funzionalità
e del consumo, e sul piano dell'io come libertà autofondativa e
autofinalizzantesi, in ambedue i casi come valore. [1] La bibliografia di Semerari dedicata al maestro è vastissima, e abbraccia svariati aspetti del pensiero di Carabellese. Qui menzioneremo soltanto G. Semerari, Filosofia e religione nel pensiero di P. Carabellese, in "Rivista di Filosofia", n. 1, 1949; G. Semerari, Storia e storicismo. Saggio sul problema della storia nella filosofia di P. Carabellese, II ed. accr. col titolo Storicismo e ontologismo critico; G. Semerari, L'antidogmatismo della 'Critica del Concreto' di P. Carabellese, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Bari, Bari, 1960, vol VI, pp. 205-40, che ebbe altre tre ristampe; G. Semerari, L'ontologismo critico di P. Carabellese. Genesi e significato, in AA.VV., Pantaleo Carabellese. Il <<tarlo del filosofare>> cit., pp. 9-39, con altre due ristampe; G. Semerari, La sabbia e la roccia. L'ontologia critica di P. Carabellese cit.; G. Semerari, Varisco e Carabellese, in Massimo Ferrari, a cura di, Bernardino Varisco e la cultura filosofica italiana tra positivismo e idealismo, Atti del Convegno tenutosi a Chiari (Brescia) dall'8 al 10 dicembre 1983, Ediz. Fondazione Morcelli-Repozzi, Chiari, 1985, pp. 253-78. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Carabellese,
notando però, ma nella Dissertazione si è cercato di suggerire il
contrario nel rapporto tra Vico da una parte e Hegel dall’altra, come
la sua assunzione della coscienza sul piano metafisico dell'essere gli
abbia impedito di coglierne la latitudine originariamente storica.
Nonostante ciò, nel "criticismo coscienzialistico" Semerari
individua sin dall'inizio, al di là del dichiarato antiumanesimo come
della ripresa di temi metafisici e teologici, un'intenzione profonda
mirante a ridefinire il problema dell'uomo in termini non meramente
naturalistici né empiristici, bensì di valore: è fuor di dubbio a
nostro parere che l’antiumanesimo carabellesiano si sposi con una
nuova concezione metafisica dell’uomo come pensante-che-vive, che lo
decentra nell’Essere, ed è perciò antiumanistica. A Semerari si
riconnettono i due suoi allievi Franco Fanizza e Giovanni Cera. [1] Nella direzione di una coincidenza tra filosofia, metafisica e teologia, e per una ripresa del Carabellese degli ultimi anni del sistema, Mirri ha scritto Considerazioni sul rapporto tra filosofia, metafisica e teologia in Carabellese, in AA.VV., Pantaleo Carabellese, il <<tarlo del filosofare>> cit., pp. 89-116, oltre, come già ricordato, alle Introduzioni e alla cura della ristampa delle due opere carabellesiane citate nel testo. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- all'essere
dell'essente e al problema dell'uno e dei molti, e questo essere e
questo uno sono Dio, fondamento di ogni essente e di ogni pensante. Vicini
alla linea interpretativa di Mirri sono da considerare Luigi Cimmino[1],
che al problema dell'esistenza di Dio in Carabellese ha dedicato uno
studio[2],
e Furia Valori, che, avendo già dedicato nel 1996 una monografia a Il
problema dell’io in Pantaleo Carabellese[3]
, ha poi curato nel 1998 per l’Università di Perugia la riedizione
del carabellesiano L’Essere e la sua manifestazione. Parte Seconda.
Io, cui ha apposto un suo Saggio introduttivo, in cui tra
l’altro anticipa la riedizione della carabellesiana Dialettica
delle forme, che va ad aggiungersi alle altre opere speculative
dell’ultimo Carabellese, proseguendo nell’importante iniziativa di
editarne il pensiero. [1] L.
Cimmino, L'argomento ontologico in Hegel e Carabellese, in
AA.VV., Pantaleo Carabellese, il <<tarlo del filosofare>>
cit., pp. 235-44. [2]
L. Cimmino, Carabellese. Il problema dell'esistenza di
Dio, Studium, Roma, 1983 [3]
Furia Valori, Il problema dell’io in Pantaleo Carabellese..
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