STEFANIA SAPORA COGITO ergo SUM.....ergo DIGITO |
di Georg Simmel
di Stefania Sàpora Presentazione del lavoro L'obiettivo
che il lavoro si propone è d'individuare la teoria della conoscenza
racchiusa nel pensiero di Georg Simmel, enucleandola in modo coerente.
Si può con certezza usare l'espressione "individuare" perché
manca nell'opera simmeliana una tematizzazione esplicita di tale
problematica: la produzione, vasta e frammentaria, dell'Autore
notoriamente si è
incentrata soprattutto intorno a problemi tradizionalmente di pertinenza
sociologica oppure ai temi cari a quella "filosofia della
vita" che notevole seguito ha avuto in Italia sino al dopoguerra. L'intento
di questa tesi e' consistito pertanto
nell'esperire un itinerario trasversale nell'opera simmeliana, per far
emergere dal filosofo etico e dal sociologo, collegati dal tema del
conflitto della cultura moderna, il Simmel epistemologo. Ci si e' visti
obbligati perciò, nell'affrontare il problema che qui interessa, a un
metodo e a un approccio che si potrebbero definire di meta-lettura del
testo. Ciò ha consentito, nello studio delle fonti, di traslare sul
piano gnoseologico ed epistemologico osservazioni e riflessioni
dell'Autore che, almeno esplicitamente,
non vi facevano riferimento. I
risultati cui si e' pervenuti hanno evidenziato l'oggettivazione quale
nucleo principale, pur se latente, del pensiero di Georg Simmel. E ciò
non solo nel campo preso in esame, ma più in generale in tutte le sfere
in cui il soggetto struttura la propria esperienza. Tutta
l'articolazione del lavoro tende a dimostrare la legittimità di
quest'ipotesi, e a restituire anche attraverso l'organizzazione del
percorso come la centralità nell'oggettivazione sia riscontrabile tanto
nella sfera teoretica quanto nella sfera pratica, assumendo valore
fondante per il soggetto, sia esso etico o epistemico. Così, nella
prima parte (capp. I e II) il lavoro procede secondo una linea
direttrice unitaria tesa ad analizzare il campo delle problematiche
connesse all'oggettivazione, sondandone l'estensione. Nell'ultima parte
(capp. IV e V), invece, il lavoro si biforca secondo due direzioni di
ricerca parallele, che intendono verificare nel concreto, appunto l'una
in ambito teoretico, l'altra etico, la logica di sviluppo specifica che
in ciascun ambito l'oggettivazione assume e la forma particolare alla
quale conseguentemente dà luogo. Il dualismo cui questa biforcazione
sembra condurre viene messo io evidenza
dalla parte centrale della ricerca (cap. III), che procede pure a
portare in luce la fondamentale connessione tra sfera teoretica e sfera
etica che per Simmel si riscontra nel soggetto empirico, e dunque
al superamento del dualismo stesso. Prima
di passare ad una descrizione più dettagliata dei contenuti della
ricerca, vorrei precisare che i riferimenti, i confronti, i paralleli e
le analogie da me istituiti con Autori che costituiscono dei punti fermi
nella storia della filosofia non devono essere letti come altrettante
documentate dissertazioni sul pensiero di ciascuno, il che sarebbe
quantomeno presuntuoso per una laureanda e inoltre impossibile nello
spazio esiguo di un solo testo, ma vogliono avere il senso, come rimandi
intuitivi, di fornire
degli spunti da
eventualmente usare in studi ben più dotti e approfonditi. In tale
prospettiva, mi ha confortato un passo dell'Autore, citato nel lavoro,
sulla legittimità di quest'atteggiamento nei riguardi della tradizione.
Tornando
ora ai contenuti della ricerca, più in particolare, posto l'obiettivo
di ricostruire la teoria della conoscenza di Simmel, le domande che con
l'introduzione aprono il lavoro sono relative alla
definizione del concetto simmeliano di conoscenza
e pertanto all'individuazione della scienza che ne indaga il
campo. Da
tali acquisizioni emerge per converso la necessità per l'Autore che la
conoscenza faccia uso dell'apriori, il cui ruolo appunto è argomento
del primo capitolo. Il confronto con Kant
e con Cassirer definisce però il carattere fondamentalmente
storico e relativo dell'apriori simmeliano. L'affidare poi tale
carattere di provvisorietà dell'apriori alla
distinzione tra
la sua forma e la sua
esistenza pone conseguentemente la domanda relativa ai criteri che
definiscono l'oggettività della conoscenza in contrapposizione alle
forme nelle quali la conoscenza stessa si concretizza. Nell'esposizione
del ruolo che Simmel attribuisce all'apriori viene anche in luce una
prima categoria ricorrente del suo pensiero, quella di distanza, che,
applicata all'apriori come condizione e al tempo stesso possibilità
della conoscenza, definisce quest'ultima come oggettivazione,
introducendo così l'argomento del secondo capitolo. In
questo, l'oggettivazione viene considerata dal punto di vista del
processo di costituzione di un soggetto e di un oggetto di conoscenza,
che si rivelano essere per Simmel strettamente interrelati nel movimento
dinamico che l'oggettivazione rappresenta e risultano alla fine par una
progressiva differenziazione che si istituisce all'interno del campo cui
l'oggettivazione stessa si applica. Interrelazione e differenziazione,
qui trasposte sul piano gnoseologico, rappresentano altre due categorie
notoriamente usuali nel pensiero dell'Autore. La considerazione
dell'oggettivazione dalla prospettiva psicologica, come
operazione del soggetto empirico, consente di includere nella sua
trattazione anche il rapporto tra essere e pensiero, per un verso
toccando, con l'astrazione, una tematica presente anche nell'opera di
Rickert e per l'altro aprendo il discorso, attraverso la categoria di
funzione, in direzione di Cassirer, che di questa categoria fece un suo
precipuo interesse. Infine, la relatività per l'Autore sottesa a tutto
il processo di costituzione di soggetto e oggetto, evidente nella
considerazione di questi ultimi non come dati ma come risultati di quel
processo, consente di individuare la specificità e l'originalità della
filosofia simmeliana nel tentare un obiettivo che costituisce di questa
filosofia a un tempo il paradosso e la modernità: la costruzione di un
piano empirico-trascendentale del soggetto che faccia salva la lezione
kantiana ma la renda pulsante e pregna, ossia empiricamente possibile.
Così, il capitolo può chiudersi facendo emergere il significato,
implicito in Simmel, del fenomeno come costruzione gnoseologica plurale,
ossia come legittima relativizzazione e pluralizzazione del fenomeno
stesso. I
complessi problemi sull'oggettività della conoscenza che nascono
dall'aver relativizzato il fenomeno, e che in altra chiave già a
proposito della contrapposizione tra forme e criteri della conoscenza si
erano sfiorati nel primo capitolo, vengono momentaneamente messi da
parte per la necessità di considerare l'oggettivazione non più dal
punto di vista del soggetto empirico, ossia come processo, ma da quello
dell'articolarsi dei risultati di tale processo, considerati da Simmel
come contenuti oggettivi di pensiero per una totalità di soggetti
possibili. E' questo l'argomento del terzo capitolo, che tratta appunto
dell'oggettivazione come categoria costitutiva del terzo mondo. Ciò
consente di verificare nel pensiero dell'Autore la possibilità di
un'analogia con l'omonima tematica di Popper, che a sua volta chiama in
causa lo spirito oggettivo di Hegel. Nell'approfondimento poi del
concetto simmeliano di terzo mondo, e' possibile
aprire un rapporto con Platone che chiarisce l'affinità tra
terzo mondo simmeliano e mondo oggettivo-ideale di Cassirer, affinità
che, nella comune accettazione della categoria del "come se",
colloca ambedue in un orizzonte kantiano. Già all'inizio, nel
presentare brevemente l'articolazione del lavoro, si era definita questa
parte come il nucleo della ricerca. Ciò perché qui da un lato si mette
in evidenza la necessità per Simmel che il processo dell'oggettivazione
si concretizzi secondo i due modi (o forme originarie della
rappresentazione) dell'essere e del valore, dando vita a due mondi
paralleli che suggeriscono un'analogia con Spinoza. Dall'altro perché
il pericolo, incombente in questo parallelismo, di un dualismo (nel
soggetto, tra sfera teoretica e sfera etica; nell'oggetto, tra mondo
dell'essere e mondo del valore; e nelle idee, tra giudizi di realtà e
giudizi di valore) viene da Simmel evitato individuando come in ciascuna
prospettiva sia anche inscritta la radice per il superamento del
dualismo stesso. Volendo
ora considerare unitamente gli ultimi due capitoli, perché si è già
detto che tentano di
yerificare ognuno in un ambito specifico la fondatezza dell'ipotesi cha
l'oggettivazione costituisca per Simmel molto più che una forma
attinente alla sola sfera del valore, come alcune correnti critiche
sostengono, è necessario dire che appunto perciò essi rappresentano in
realtà direi la parte sperimentale del lavoro, quasi una verifica di
laboratorio che, distaccandosi dalla parte precedente, consente di
dividerlo secondo una diversa articolazione. Ed e' proprio il tentare
questi due capitoli un piano più empirico del discorso, applicando al
concreto, l'uno cioè all'ambito epistemologico, l'altro a quello etico,
il movimento dell'oggettivazione, che può far emergere la logica
specifica che in ciascun ambito l'oggettivazione
assume. Così,
il capitolo sull'oggettivazione dei contenuti logici del pensiero può,
nel chiedersi qual è secondo l'Autore il rapporto tra scienza e senso
comune, istituire un parallelo con Popper che
introduce il prospettivismo
del concetto simmeliano di
verità. Mostrando poi il movimento che secondo l'Autore conduce alla
formazione dei concetti, si mette
in rilievo la concezione simmeliana dell'universale come universale
concreto, e, di converso, quella del particolare come punto d'incrocio
di linee interpretative che, quanto più numerose lo attraversano, tanto
più lo definiscono nella sua individualità. Quest'impostazione
simmeliana fa fare al problema gnoseologico quel salto dalla
considerazione dell'oggetto della conoscenza come sostanza alla
considerazione dell'oggetto della conoscenza come funzione, il che
obbliga a includere nel discorso anche alcune delle riflessioni che
Cassirer, con strumentazione sia teoretica che storica, dedicò
all'argomento. Il significato da Simmel attribuito alla funzione viene
riferito, dal punto di vista dell'oggetto della conoscenza, al concetto
come forma di unione delle rappresentazioni e alla legge come forma del
rapporto tra le rappresentazioni, mentre, dal punto di vista del
soggetto, al valore che questo attribuisce all'oggetto e all'idea come
anticipazione e progetto, operando quella connessione tra intelletto e
volontà che per Simmel rende possibile
la conoscenza. Si può giungere così a restituire,
attraverso la descrizione del rapporto tra il singolo contenuto
di verità e il sistema della conoscenza cui appartiene, il significato
che l'Autore attribuisce al rapporto tra realtà e conoscenza e fare in
tal modo emergere nella sua complessità il movimento che secondo Simmel
caratterizza la conoscenza scientifica nel suo progredire. L'ultimo
capitolo, infine, tenta di mostrare
che in Simmel, sul piano dell'oggettivazione del valore, la logica che
guida la costituzione della forma come valore, al contrario dell'altra
che in questa prospettiva diviene una delle forme in cui tale
oggettivazione avviene, ha necessità di un riferimento esterno: la
vita. Il concetto popperiano di terzo mondo torna allora qui come
analogo al significato che Simmel e Cassirer attribuiscono alla forma
culturale. L'oggetto come valore assume il senso di mobile potenziale
relazionale che, appunto perché la sua formazione si
fonda in uno scambio possibile o attuale tra soggetti, rende
possibile l'intersoggettività, aprendo un confronto con le teorie
assolutistiche del valore che situa ancora una volta l'Autore
nell'orizzonte del relativismo. Ma il rapporto di Simmel con Cassirer
riguardo alle forme culturali cessa subito perché il primo porta il
loro significato di ponte tra soggetti a tramutarsi in limite che
consente di istituire un rapporto con il tema marxiano dell'alienazione.
Questa soglia oltre la quale il rapporto vita-forme trasmuta in
contrasto fa fare un salto al discorso dal livello del Leben al livello
dell'Erleben, indicando che la diversa interpretazione della
forma-valore è dovuta alla prospettiva da cui la si guarda. Il
passaggio al livello del Leben che Simmel attua consente di
riallacciarsi a Hegel non solo per la tradizionale analogia tra forme
culturali e spirito oggettivo, ma anche per un tentativo di
interpretazione del movimento del Leben come dialettica. Il tema del
Leben, rendendo inoltre possibile anche aprire il discorso in direzione
di Bergson, nella
conclusione consente
un'inversione di lettura di tutto il lavoro in chiave metafisica: in tal
senso l'oggettivazione potrebbe essere interpretata spinozianamente come
movimento del Leben secondo gradi. Cosicché l'oggettivazione assume a
un tempo per l'Autore la doppia funzione di categoria euristica e
categoria ontologica, principio di indagine del reale
e principio di movimento del reale, e si conferma come principio
agglutinante del pensiero simmeliano, inserendolo a pieno titolo, con il
continuo possibile cambio di prospettive cui sottopone il lettore, nella
corrente del relativismo. |
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